
“Se questa maglietta ti dà fastidio, aspetta di sentire cosa diciamo sul palco”
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Se questa maglietta ti dà fastidio, aspetta di sentire cosa diciamo sul palco
C’è una frase che circola tra le persone che stanno costruendo Cartaland, e non è un motto da stampare solo sulle magliette. È un avvertimento gentile. Una promessa. E, per alcuni, anche una piccola provocazione:
“Se questa maglietta ti dà fastidio, aspetta di sentire cosa diciamo sul palco.”
Perché sì, siamo stanchi dei soliti slogan svuotati, delle parole “sostenibilità” e “etica” messe ovunque come fossero detersivi. A Cartaland non vendiamo soluzioni pronte, non edulcoriamo la realtà e non usiamo il verde come vernice per nascondere l’ingiustizia.
A Cartaland si parla chiaro.
Con chi crea davvero, con chi lavora con le mani, con chi non si è mai arreso all’idea che “funzioni solo se c’è budget”.
Parliamo di artigianato come atto politico. Di economia locale come forma di resistenza. Di sostenibilità sociale come punto di partenza, non come contorno.
E sì: a volte può dare fastidio.
Perché qui non ci sono sponsor che dettano il tono.
Non ci sono multinazionali a dettare i temi.
Non ci sono pacche sulle spalle per chi finge di fare qualcosa.
Cartaland è fatto da chi crede che il futuro non si compra. Si costruisce.
Con materiali poveri, idee ricche e mani sporche.
Con la verità nelle vene e la voglia di cambiare nelle ossa.
Quindi, se quella maglietta ti provoca…
Se ti chiedi se c’è davvero bisogno di tutto questo rumore…
Vieni a sentire le voci. Vieni a guardarci in faccia. Vieni a vivere un evento dove il marketing non è il protagonista, ma lo sono le persone.
Perché Cartaland non è solo un festival.
È un atto di coraggio collettivo.
E non abbiamo intenzione di stare zitti 🌱